FRANCO VOLTAGGIO*
Contributi per un progetto di nuova metafisica
OSSERVAZIONI SULLE PROIEZIONI MENTALI
Premessa.
La metafisica, intesa come sapere dei principi primi della realtà, sembra ormai scomparsa dall’orizzonte della filosofia contemporanea. A decretarne la morte paiono essere, da un lato, il pensiero scientifico che rivendica l’egemonia su ogni sapere, su ogni indagine che pretendano d’essere autonomi rispetto alla scienza globalmente considerata, dall’altro, la proliferazione di prospettive speculative, complessivamente riassumibili sotto il nome di “pensiero debole”, che rifiutano di impegnare il pensatore che le abbracci in una riflessione sistematica sui primi principi e le prime cause della realtà, quale quella che trova la sua prima forma storica nella “filosofia prima” o “metafisica” di Aristotele. Cionondimeno, a dispetto della condizione in cui si dibatte il pensiero speculativo contemporaneo, come, per altri versi, del riduzionismo scientifico — professato da una parte almeno degli scienziati di professione — l’uomo continua a porsi domande intorno al principio, alla fine e al fine di ogni cosa. Riverberandosi sul suo vissuto, tali domande lo spingono a chiedersi: che cosa è la vita? Che cosa è la morte? Esiste l’anima e, se esiste, è immortale? Affermare che siffatti interrogativi sono ingenui e non suscettibili di risposta è certamente lecito, ma la legittimità di una tale affermazione non ci dice nulla intorno al perché l’uomo continui a chiedersi le stesse cose. Di qui la necessità di una riflessione sistematica “forte” che investa non già il che, ma il perché di questa incessante interrogazione. Un’attività speculativa, che sposti il centro dell’attenzione dal che al perché di domande, che sono antiche quanto la specie umana, può ben meritare di chiamarsi “metafisica”. Al pari di quell’antica, la nuova metafisica, della quale adombro qui la possibilità, presenta due precisi requisiti: la coraggiosa ambizione del rischio speculativo; la volontà e l’accortezza di prendere le mosse da contenuti concreti, siano questi identificabili con i momenti del vissuto conoscitivo o con le conoscenze acquisite dalle scienze esatte della natura, rivendicando altresì il diritto a illuminarne senso e portata.
* Franco Voltaggio è docente di Filosofia della scienza all’Università di Macerata. Questo saggio esce, contemporaneamente, anche nel n. 1/97 della Rivista “Uomini e Idee”.