“MONITO ALLE COSCIENZE”

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Iniziando quest’opera nella sua parte cronologica riteniamo che il lettore debba meditare un messaggio del Maestro Andrea; lo riteniamo idealmente e simbolicamente rivolto a tutti coloro che inizieranno la lettura delle “Comunicazioni”, e in questo senso l’abbiamo scelto tra migliaia di “comunicazioni”. Il Maestro Andrea sembra voler rammentare che ogni lettore – dopo aver letto questo “monito” – non sarà più come prima e si assumerà “molte responsabilità” per qui e “dopo”.

Questo “Monito alle coscienze” vuole rappresentare anche l’avviso e la consapevole porta d’entrata a queste migliaia di pagine di trascrizioni che sono il frutto di altrettante migliaia di ore di sedute medianiche che si sono succedute nei decenni. Con l’augurio che i lettori ne traggano il maggior vantaggio spirituale e materiale per la loro vita e quella di tutti i fratelli che incontreranno nella loro esistenza.

M. C.

Vi sono stasera molti nuovi ospiti e la presenza sempre costante di voi tutti. Il che, anche se mi rallegra, tuttavia mi dà il dovere di ammonirvi ancora una volta circa il modo di come queste manifestazioni debbano essere accolte da parte vostra. E cioè, non soltanto come un tentativo di chiarire i rapporti tra questa vita e l’altra, ma anche come accettazione di esse con spirito critico. Sia la vostra libertà interiore a guidarvi, a portarvi, verso la verità, al di là delle semplici, facili suggestioni che le “sedute” possono provocare. È necessario, insomma, capire che le manifestazioni medianiche devono essere costantemente investigate su tutti i piani, ma principalmente su quello delle vostre coscienze.

Le nostre verità non sono sempre facili ad accettarsi da parte vostra. Soprattutto quando vi trovate ancora in situazioni confuse, dubbiose, quando cioè abbandonate vecchi percorsi religiosi e spirituali e cercate nuove prospettive. È questo il momento più delicato perché, in fondo, abbandonate certe fedi, ritenute valide e sicure, e vi avventurate verso soluzioni completamente nuove e ribaltate rispetto alle precedenti. E dunque è anche indispensabile una fede di base, una fiducia, ma anche la cultura di se stessi, perché molte verità possono essere accolte solo a condizione che in voi si proceda a una revisione dei termini culturali del problema. Ed è quanto volevo dire affinché non si creda che, giungendo qui, tutto diventi semplice o che tutto possa essere preso in maniera leggera, quasi a presenziare qualcosa di piacevole.

Perché, anche senza accorgersene, vi assumete qui molte responsabilità. Esse non appaiono e non possono apparire durante la vostra vita in maniera completa, ma poiché – lo crediate o non lo crediate – continuerete a vivere dopo la morte, ebbene queste responsabilità vi resteranno per “dopo”. Naturalmente, significa che lo spiritualismo va assunto nella sua completezza, e che non è tanto una serie di fatti teorici, quanto una nuova norma di comportamento che dovrebbe instaurarsi nella vostra coscienza.”

(Tratto dal Volume CDX 1977-80, Cap. 11- 1980, pag. 66/440)