(Questo argomento è stato trattato nel Febbraio del 1967. – Nota GdS.) – (Nota originariamente riportata a piè pagina. – Nota del curatore.).
D. – Sul piano morale come si deve considerare un’istituzione come il divorzio?
A. – È un problema fino a un certo punto. Lo è e non lo è. Direi che è un fatto molto semplice. Anzitutto, perché esiste la mentalità del divorzio? Esiste perché c’è la reale possibilità di un matrimonio sbagliato, questo è fuor di discussione. Tuttavia, è chiaro che l’enorme percentuale attuale dei matrimoni sbagliati dipende dal fatto che al matrimonio non si dà molta importanza, cioè al matrimonio non si giunge con quella maturità sufficiente a evitare certi grossolani errori. Voglio dire che una fortissima percentuale di coloro che oggi vogliono divorziare, probabilmente non si sarebbero affatto sposati se il matrimonio fosse stato affrontato con maturità, con competenza, coscienza e retta valutazione. Io, semmai, direi che si dovrebbe introdurre sul piano sociale una possibilità di attenta verifica del matrimonio, attraverso una rieducazione delle generazioni. Cioè, qui non si tratta di associare due persone attraverso dei test mentali, questo è chiaro, ma di maturare gli uomini in maniera che possano autoselezionarsi, autoscegliersi, eliminando una gran parte del sentimento banale, che spesso non ha nulla a che vedere con l’amore reale, con l’amore vero tra due esseri di sesso diverso. Così facendo, indubbiamente, al divorzio si ricorrerà soltanto in ultima istanza, laddove veramente esistono delle cause subentrate dopo. (Vedi i riferimenti alla comunicazione precedente. – Nota GdS.).
Poiché questo è però un discorso di là da venire, allo stato attuale dell’umanità, a me sembra che il divorzio sia una cosa assolutamente necessaria. Devo però dire che vi sono difficoltà in ordine ai figli. Pensare che i genitori possano separarsi quando esistono dei figli, pone un problema molto grave dal punto di vista spirituale, perché chi mette al mondo dei figli ha il dovere preciso e improrogabile di assicurare a essi, affetto e assistenza sotto ogni punto di vista. I genitori s’intendono sempre uniti inquantoché il fanciullo ha bisogno del padre e della madre proprio da un punto di vista strettamente umano, psicologico, fisiologico. Dunque, non sarei molto proclive alla concessione del divorzio laddove esistono figli in età da dover essere educati. Questa è una cosa che dovrebbe essere valutata molto serenamente e severamente, anche se il principio del divorzio, così stando la vostra società, mi sembra perfettamente logico.
D. – Uno spettacolo di genitori che litigano continuamente non è deleterio per i ragazzi costretti ad assistervi?
In questo caso non è preferibile la separazione?
A. – Certamente, tale spettacolo è deleterio per un ragazzo. D’altra parte, egli assume anche dei vincoli molto tenaci con ambedue i genitori, sicché togliere un genitore a un ragazzo, significa talvolta creargli un trauma gravissimo. Spesso il bambino psicologicamente si accontenta che i genitori si azzuffino tra loro, purché, comunque, siano presenti nella sua casa, purché cioè egli possa vederli nella loro camera, nel loro letto, e possa salutarli la mattina, possa abbracciarli. Questo è un fatto importantissimo.
Il bambino è un egoista e come tale, psicologicamente, ha bisogno comunque dei genitori, anche se tra loro si picchiano. Questo è un problema secondario per il bambino, quello fondamentale è la presenza fisica dei genitori. Indubbiamente, togliere un genitore al figlio è un po’ come togliere un figlio alla madre. Esistono poi molti casi particolari da valutare secondo le circostanze, ma non si può agevolmente stabilire una legge che spartisca certe cose.
D. – Uno di questi casi potrebbe essere quello di un genitore che dà un cattivo esempio al figlio.
A. – Sì, io però torno sempre alla questione iniziale, che è una questione di rieducazione dell’essere umano. Per l’essere umano che giunge al matrimonio con una serie di conoscenze di carattere psicologico, morale, etico, sociale, anche se subentrano cause di probabile divorzio, esse saranno affrontate in una maniera diversa, e si terrà sempre conto, prima di tutto, dei figli, prima di giungere a una decisione.
Un genitore saggio non litiga davanti ai figli. Se litiga davanti ai figli, oppure mostra un atteggiamento sprezzante verso l’altro coniuge, vuol dire che non ha una sufficiente preparazione, cioè che non è in realtà un genitore. Voi mi direte che casi del genere ve ne saranno a milioni. Questo però dipende sempre dalla questione di fondo, come dicevo. Probabilmente è una questione che investe lo stesso ordinamento scolastico. Bisogna che gli esseri umani siano abituati da ragazzi al concetto di figlio e al concetto di famiglia, e che la loro maturazione avvenga per gradi. Voglio dire che, moralmente, non si può stabilire una legge che suddivida i figli tra l’uno o l’altro, perché ciò mi sembra molto ingiusto. La legge può assegnare il figlio a un genitore che può non essere il preferito, cioè non si tiene conto dell’opinione del figlio, e questo, secondo me, è molto grave, perché egli ha una sua opinione. Comunque, tranne questi casi, mi pare che dove non sussistano figli minorenni, o dove vi è assenza di figli, il problema non si ponga, neppure sul piano morale.
D. – Quale potrebbe essere questo metodo di rieducazione?
A. – Uno dei problemi è quello sessuale, certamente. (Vedi pag. 73 – Nota GdS). L’essere umano tende a sposarsi perché esiste il desiderio fondamentale di possedere l’altro sesso in una maniera continuativa, padronale, a proprio capriccio. L’uomo, specialmente, è mosso certamente dalla molla del sesso, per avere la donna tutta per sé e per poterne usare a piacimento. Se l’essere umano potesse affrancarsi dalla questione sessuale e potesse affrontare il problema matrimoniale sotto un altro punto di vista certamente la riflessione sarebbe maggiore. L’importante in una decisione del genere è che cadano gli istinti e subentri la ragione. Ora, l’istinto sessuale è uno dei più forti, come è forte nella donna l’istinto della protezione, il concetto di avere un uomo che provveda al proprio mantenimento. Questo si può ovviare in parte dando alla donna un lavoro, e questo mi sembra che, più o meno, si stia verificando nella vostra società contemporanea, cioè l’indipendenza economica della donna. Poi l’eliminazione del fattore sessuale nel senso di tabù sessuale: anche questo è un fatto molto importante.
Vedete, la maggior parte degli amori tra esseri di sesso diverso sono amori che hanno un fondamento sessuale, o se non sessuale, nel senso brutale della parola, in un senso più profondo, coinvolgente, psicologico. Quante persone sposano un determinato essere, non perché esista un amore spirituale profondo, ma perché in quell’essere trovano certe soddisfazioni di ordine mentale, psicologico, per educazioni sbagliate ricevute, per fissazioni subentrate in età adolescente, per scambi direi tra uomo e genitore. Quante cause di ordine psicologico agiscono nella scelta del coniuge: tutte cose che non hanno nulla a che vedere con l’amore. E c’è chi sposa un uomo perché somiglia al padre e c’è chi lo sposa perché sostituisce il padre: questi sono i casi più frequenti. Oppure si sposa un uomo perché si ha bisogno semplicemente di soddisfare certi istinti materni, di avere figli, un amore imitativo; cioè, gli altri hanno una famiglia, devo averla anch’io, e via di seguito, di questo passo si possono citare tanti casi. Sono tutte cose che non hanno nulla a che vedere con l’amore, ma che appaiono come amore, che si mistificano come amore.
Il soggetto in buona fede crede che quello sia amore, e l’essere
“indispensabile” finisce con l’essere solo un essere sostitutivo di qualcosa che non si è mai avuto: una famiglia ordinata, dei genitori, affettuosi, o certe soddisfazioni di ordine sociale, fisico ecc. Sicché l’uomo o la donna diventano esseri compensanti ma non esseri integranti, cioè esseri che veramente sono partecipi della vita in comune. Ora, aiutare il giovane a potersi analizzare, a capire e a distinguere ciò che è vero da ciò che non è vero, significa indubbiamente fare operare una larga percentuale di scarti nelle scelte, e dunque avvicinare veramente certi esseri, con i quali vi può essere un intendimento su un piano diverso e molto più profondo.
Bisogna anche tener conto che, una volta sposati, queste sovrastrutture spariscono, cadono, non si reggono più, e l’altro coniuge, magari dopo dieci anni, vien fuori nudo così come è sempre stato, in realtà, e forse peggiorato. Per due ragioni: prima di tutto perché, nel frattempo, è subentrata una maggiore maturità dell’altro coniuge e perché l’individuo non si presenta più con quegli elementi di sovrastruttura suggestivi, e cioè con il suo apparente amore, ma si ripresenta privo di queste sovrastrutture e ricco soltanto di quelle debolezze che esistevano fin dalla nascita e che nessuna famiglia si era mai preoccupata di correggere. Venendo fuori con tutte le loro debolezze, e mancando le sovrastrutture di suggestione, gli esseri evidentemente non si riconoscono più, appaiono veramente come due sconosciuti; è finito tutto; non direi l’amore, perché non c’era mai stato quello autentico, ma è finita anche l’intesa suggestiva tutta esterna, di tipo mentale, di tipo psicologico.
Dunque, ricondurre a certe matrici essenziali, riconoscere certi comportamenti e certe attitudini, a me pare fondamentale per operare una buona scelta del coniuge. Certamente, una scelta operata senza il concorso degli istinti e delle sovrastrutture, difficilmente sbaglierà, difficilmente. Perché se l’intesa avviene sul piano autentico della personalità non potrà più sparire, perché quel piano autentico d’incontro non è una sovrastruttura, ma è una struttura primaria della personalità che resterà sempre, che si evolverà per piccole modifiche ma che sarà sempre quella, e dunque i due esseri s’intenderanno sempre. Potranno non andare più d’accordo in modo totale, ma su quel piano autentico troveranno lo stesso la maniera per andare avanti abbastanza bene, operando una serie di piccoli compromessi marginali. Così si riuscirà a salvare l’unione e a salvare i figli. È quando manca l’unione intima profonda che veramente non c’è più nulla da salvare, perché su quel piano non c’è più possibilità d’intesa.