Satprem-Luc Venet (I)(1) da «La vita senza morte», Mediterranee, 1986
LIBERARCI DALLE MASCHERE E DAI TABÙ
«(Sri Aurobindo:) Nessuno è un Dio, ma in ogni uomo c’è un Dio, e scopo della vita divina è manifestarlo. E una cosa che possiamo fare tutti, anche se riconosco che esistono adhara [recipienti] grandi e piccoli. Quale che sia la natura del recipiente, una volta che abbia ricevuto il tocco di Dio, una volta che lo spirito si sia svegliato, non fa molta differenza che sia grande oppure piccolo. Ci potranno essere più o meno difficoltà, ci potrà volere più o meno tempo, o ci potrà essere una differenza nella manifestazione, ma anche questo non è poi tanto sicuro.
Il Dio interiore non tiene in nessun conto questi ostacoli e queste insufficienze: si apre un passaggio nonostante tutto. Forse che io avevo poche imperfezioni? Esistevano forse meno ostacoli nella mia mente, nel mio cuore, nella mia vita e nel mio corpo? Non mi ci è voluto del tempo? Dio mi ha forse martellato di meno? Giorno per giorno, minuto per minuto, sono stato forgiato in non so che cosa, in un dio o che altro. Ma sono diventato o sto diventato qualcosa. E tanto basta, dato che è quanto Dio ha voluto costruire. Lo stesso vale per tutti gli altri».
* * *
Ma lasciamo che sia Satprem (1)(1) Discepolo e amico di Mère a dirci (qui in una delle ultime lettere che ha scritto) che battaglia bisogna sferrare per attraversare tutte le incrostrazioni di abitudini che ci ricoprono:
giugno 1983
«Il Nuovo Mondo non è una fuga — è una conquista. Una conquista difficile, più difficile che vincere il Sahara o scalare la vetta dell’Everest. Non ho l’abitudine di esagerare, ma questi sono giochi da bambini, in confronto. E se non sei capace di condurre la tua battaglia adesso, lì dove ti trovi, non sarai capace di sostenerla neanche più tardi — è adesso che superi la prova (oppure non la superi).
…E la cosa diventa effettivamente pericolosa, dato che il Nuovo Mondo non ti permette di barare neanche un attimo, non sopporta neanche un granello di polvere di menzogna — altrimenti non ti fa passare e ti sbatte fuori, dato che sa essere di una brutalità senza pari. Le storie di una volta parlavano di «draghi» e di «serpenti» che custodivano il «Tesoro»: è un modo immaginoso di tradurre un fatto reale.
Non si può barare con il drago: se non sei puro, la sua lingua di fuoco ti brucia. Perciò la tua battaglia della purezza, della sincerità, dell’onestà, della semplicità vera e divina, devi farla adesso — se non verrai sbattuto fuori, e la seconda volta sarà magari peggio della prima. Uno non può avvicinarsi senza rischio a queste cose gravi e serie — solo che il rischio è per l’insincerità e l’impurità.
…In che consiste questa battaglia? Semplicissimo. Il sistema generale e mondiale è ben noto (noto cioè a qualcuno: a chi ha cercato di uscirne). E un Sistema crudele: forze implacabili ed estremamente malvage stanno lì a spiare il «contravventore» a tutti gli angoli di strada; e se sei in contravvenzione, allora il Sordido comincia a mostrare i denti. Ma finché vai avanti a passo candenzato, il Sordido fa tanti bei sorrisi ed è squisito con te: prende il nome di Giustizia, prende il nome di Poesia, prende il nome di Religione, prende il nome di Ideale — assume tutte le maschere per nascondere la storia vera, la sordida storia. Io sono stato brutalmente liberato delle maschere all’età di vent’anni — sono 40 anni che mi trovo in contravvenzione.
Allora, se uno è coraggioso e un po’ ostinato, esce dal Sistema. ma questa è ancora la parte più facile e più «divertente» della Battaglia. Uno è «contro»: semplicissimo.
Ne viene «fuori»: semplicissimo (non poi sempre tanto semplice). Ma a questo punto, se uno è onesto e sincero con se stesso, si accorge ben presto (più o meno presto) che il Sistema affonda le sue radici dentro, nella nostra stessa pelle. Sta proprio dentro, il Sordido, e ci tiene legati con mille fili sottili e invisibili che ci fanno ballare da una parte e dall’altra. La cosa comincia a farsi molto meno comica e alquanto difficile, perché allora il Sordido, il Sistema, comincia a mostrare i denti all’interno — e a questo punto, ti assicuro, bisogna essere davvero eroici per non lasciarsi inghiottire. Uno si può far inghiottire semplicemente raccontandosi delle belle storie. Ma allora si accorge che non si tratta più di piccoli poliziotti a destra e a sinistra, tutto sommato simpatici nella loro uniforme ben riconoscibile; ma si tratta di Forze universali e crudeli che tengono prigioniero l’intero mondo degli uomini — ognuno è il primo carceriere della propria pri-gione. Qui, io l’ho imparato, bisogna essere molto forti, vale a dire molto PURI — la purezza è L’UNICA forza. Per stendere il Drago c’è SOLO l’arma della purezza, e nessun’altra.»