EVOLUZIONE E CAMBIAMENTO

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    Il fine dello Spirito, di questo essere incomparabilmente eterno, è la conoscenza del proprio in sé, cioè della sua più intima natura. E poiché la natura intima dello Spirito è divina, l’evoluzione (cioè il continuo accrescimento della conoscenza) è contemporaneamente sia conoscenza della propria natura spirituale, sia di Dio in quanto Padre generatore e sia dell’Universo quale realtà esterna a lui. Un triplice risultato che conferma l’iscrizione di Delfi «conosci te stesso» e conoscerai l’universo e Dio. Ma che cosa accade allo Spirito nel corso dell’evoluzione, cioè di questo cammino infinito che non cesserà mai?

    Dice il Maestro; «L’evoluzione comporta un cambiamento, ma la personalità intima, soggettiva rimane intatta. «Il carattere dell’intelligenza viene sempre conservato, senza peraltro fondersi mai con la divinità. Dov’è infatti la divinità per poterla raggiungere?

    Lo Spirito mai si distrugge in Dio, né mai vive per la divinità o con la divinità. Esso vive con l’Universo, nell’Universo e per l’Universo, vive sempre per la Legge e nella Legge». «Man mano l’ingigantimento della qualità spirituale lo porta ad un dominio sempre più vasto e ad una saggezza grandissima, ma lo Spirito conserva sempre la sua individualità-personalità e potrà sempre affermare di essere se stesso, qualcuno cioè, mai di essere il Tutto; qualcuno che l’uomo della Terra non potrà mai comprendere, qualcuno che peraltro s’inchinerà sempre davanti a Dio, che pure non potrà mai conoscere, nonostante la propria grandezza» (RDX pag. 100). Pervenuto ad un livello diverso, «lo Spirito non avverte più la legge, ma di essere lui stesso una legge in movimento, cioè egli si sente responsabilmente «legge», rientra egli stesso nella legge; per cui questa appare come un fatto esterno, come una costrizione esterna solo finché non si entra nel livello cui la legge appartiene. Ma quando vi si entra non viene più avvertita come qualcosa di esterno», perché lo Spirito, a quel livello la riconosce come propria, a lui interna e non più come esterna da sè. (CDA 3/1984 pag. 76). Giunto comunque ad una evoluzione di questo valore, per lo Spirito il problema della conoscenza diminuisce d’importanza. Lo Spirito viene responsabilizzato, diviene egli stesso comprimario della Realtà universale, perché a quel «punto» si è impadronito della «meccanica» del funzionamento universale ed è in condizione di agire nell’Universo; avendo superato l’effetto del Principio, cioè l’Universo propriamente detto, è pervenuto alle Cause.

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